15 giugno 2025 -

Giro del postino
VAL BORECA

La val Boreca è una valle appenninica in comune di Ottone (PC), nascosta fra i monti Lesima e Alfeo, dall’aspetto selvaggio, situata proprio nel cuore delle “quattro province” (Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza). E’ attraversata dal torrente omonimo, affluente del Trebbia.

Prenotazioni e informazioni

Entro venerdì 13 giugno 2025

oppure prenota in Sede o Contatta un R.d.L. Successivamente il R.d.L. ti aggiungerà al gruppo WhatsApp dedicato

Logistica e organizzazione
RITROVO E ORA DI PARTENZA: Chiavari, piazza N.S. dell’Orto (davanti alle Poste) ore 6.00
Monleone di Cicagna ore 6.20
ITINERARIO STRADALE: Chiavari – Monleone – Barbagelata – Montebruno – Gorreto – Ottone (sosta bar 15 minuti) – Zerba – Belnome (km. 84 ore 2.15)
N.B.: la strada nel tratto da Zerba a Belnome è asfaltata, ma piuttosto stretta. In caso di incrocio con veicoli provenienti in senso contrario si è costretti a lunghe retromarce in salita o in discesa.
ITINERARIO A PIEDI di km. 18 circa (difficoltà escursionistica E):
Belnome (m. 865) – Pizzonero (m. 1034) – Suzzi (m. 970) – Bogli (m. 1073) – Artana (m. 1120) – Ponte sul Boreca (m. 680) – Belnome (m. 865)
N.B. Il percorso è caratterizzato da numerose salite e discese anche piuttosto ripide su sentieri talvolta sconnessi. Considerata la lunghezza del cammino e il dislivello complessivo, è richiesto un buon allenamento.


Percorso

Difficoltà: E
Dislivello: m 1100
Ore di cammino: 6 (Soste escluse)

Il percorso, pur essendo classificato come escursionistico, è abbastanza impegnativo per la lunghezza e il dislivello complessivo, ma soprattutto per i continui saliscendi caratterizzati da ripide salite su sentieri talvolta sassosi e da lunghe discese in forte pendenza. Il tratto finale di km. 2,2 si svolge sulla strada asfaltata che dal ponte sul Boreca risale a Belnome.

Equipaggiamento consigliato

Pranzo al sacco
Scarponcini da trekking, consigliato l’uso dei bastoncini.

Responsabili (R.d.L.)

Spotorno Silvio 

Itinerario

Prima di descrivere l’anello escursionistico detto “giro del postino” è opportuno premettere qualche notizia sulla val Boreca, dove si trovano i cinque piccoli borghi montani che si incontrano lungo il cammino.

La val Boreca è una valle appenninica in comune di Ottone (PC), nascosta fra i monti Lesima e Alfeo, dall’aspetto selvaggio, situata proprio nel cuore delle “quattro province” (Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza). E’ attraversata dal torrente omonimo, affluente del Trebbia.

Questa valle è detta anche la “valle dei Cartaginesi”. Infatti molti sono gli indizi, soprattutto di carattere toponomastico, che richiamano la presenza dei Cartaginesi di Annibale in val Trebbia, al tempo delle guerre puniche, circa due secoli prima della nascita di Cristo.

I cartaginesi erano soliti chiamare i nuovi insediamenti con il nome delle città di provenienza, come dimostra la città di Cartagena nel sud della Spagna.

In val Boreca troviamo Tartago che richiama Carthago (nome latino di Cartagine), Zerba (che ricorda la città tunisina di Djerba). Troviamo Bogli (che potrebbe essere Bougie, sulla costa mediterranea tra Algeria e Tunisia), dove una leggenda narra di alcuni saraceni che vi posero dimora, ma non vi sostarono a lungo, non sopportando i rigori invernali. Esattamente di fronte è il delizioso abitato di Suzzi (dalla cittadina tunisina di Sousse).

In val Trebbia sono presenti anche il monte Tartago, il monte Penice (da Phoenices in latino, nome con il quale erano indicati i cartaginesi) ed il monte Lesima (dove una leggenda vuole che Annibale si sia ferito una mano durante un sopralluogo, da qui “lesa manus”).

L’elenco potrebbe continuare perché molti altri toponimi presenti nella zona sono riconducibili ai Cartaginesi.

La val Boreca inoltre, così selvaggia ed appartata, ben si prestava come nascondiglio per le truppe di Annibale.

Il “giro del postino” deve il suo singolare nome al fatto che, sino ai primissimi anni ’80, l’anello rappresentava il tracciato percorso quotidianamente dal postino della vallata, rigorosamente a piedi, nel suo duro lavoro di consegna della posta. Un ruolo ricoperto prima da Franco, poi da Pino Rebollini, i due fratelli portalettere che oggi riposano nel cimitero di Belnome, a lato del sentiero cui hanno legato indissolubilmente la propria memoria.

Dopo aver reso doveroso omaggio ai fratelli Rebollini, ci incamminiamo in un bel sentiero, immerso nella faggeta, contrassegnato CAI 121. Con vari saliscendi si arriva a Pizzonero, il più piccolo dei paesi toccati nel corso del giro. Passiamo innanzi all’oratorio di San Bernardo e, dopo aver percorso anche un tratto di strada asfaltata, raggiungiamo Suzzi con un ripido sentiero in salita.

Da Suzzi scendiamo nel bosco sino al fondovalle, ove sono visibili i ruderi del mulino di Suzzi ed una bella cascata formata dal torrente. Attraversato il Boreca su un ponticello, lo costeggiamo per un tratto, per poi risalire il ripido versante della valle e, raggiunto il piano, in breve arriviamo a Bogli. Dalla chiesa, dedicata a San Marziano, ci incamminiamo verso Artana. Scendiamo poi sul sentiero CAI 183 tra le case del paese fino a quando cominciamo ad addentrarci nel bosco, in forte discesa. Arrivati al fondovalle, incrociamo a destra il sentiero CAI 187 che porta a Pizzonero. Occorre invece tenere la sinistra e, percorse alcune centinaia di metri di sentiero coperto dalla vegetazione, si arriva, proprio in corrispondenza del ponte sul Boreca, alla strada asfaltata che conduce a Belnome,.

A Belnome si conclude il giro, che noi faremo per diporto, non senza rivolgere un pensiero di ammirazione a chi, invece, doveva farlo quotidianamente per lavoro.

Club Alpino Italiano