18 gennaio 2024

Acquedotto storico di Genova

ITINERARIO A PIEDI: km. 7 per il tratto Cavassolo-Molassana (difficoltà escursionistica T) km. 6 per l’Anello del Geirato (difficoltà escursionistica E) ORE DI CAMMINO TOTALI: 5 (soste escluse). Possibilità di percorrere soltanto il tratto Cavassolo-Molassana (ore 2.30) MEZZO DI TRASPORTO: autobus e/o treno. 

Prenotazioni e informazioni

Entro mercoledì 17 gennaio 2024

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Logistica e organizzazione


ITINERARIO A PIEDI: km. 7 per il tratto Cavassolo-Molassana (difficoltà escursionistica T) km. 6 per l’Anello del Geirato (difficoltà escursionistica E) 

ORE DI CAMMINO TOTALI: 5 (soste escluse). Possibilità di percorrere soltanto il tratto Cavassolo-Molassana (ore 2.30) 

MEZZO DI TRASPORTO: autobus e/o treno. ANDATA: Autobus linea 715 con partenza da Chiavari: Piazza Caduti di Nassiriya ore 7.41 Stazione ferroviaria ore 7.47 Piazza Cavour ore 7.51 Arrivo a Cavassolo/bivio per Davagna alle 9.10 

Per raggiungere Chiavari, treni in partenza da: Levanto 6.48 – Moneglia 7.09 - Riva Trigoso 7.15 - Sestri Levante 7.24 – Cavi 7.28 – Lavagna 7.32 Arrivo a Chiavari alle ore 7.34 – Autobus linea 715 alle ore 7.47 Pieve Ligure 6.55 – Sori 6.58 – Recco 7.03 – Camogli 7.07 – S. Margherita L. 7.12 – Rapallo 7.16 – Zoagli 7.21 Arrivo a Chiavari alle ore 7.25 – Autobus linea 715 alle ore 7.47 

RIENTRO: autobus da Molassana e treno da Ge-Brignole alle ore 14.45 – 15.20 – 16.20 – 16.45 

COLAZIONE: al sacco. EQUIPAGGIAMENTO: escursionistico invernale leggero. Scarponcini da trekking. 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 0. Per i non soci € 5,00 per assicurazione. Biglietti treno e autobus a carico dei partecipanti.

 INFORMAZIONI ED ISCRIZIONE: entro il 17/01/2024 - compilando il modulo sul sito internet www.caichiavari.it - in Segreteria mercoledì dalle 16 alle 19 e venerdì dalle 21 alle 22. 

 REFERENTI PER LA LOGISTICA: Giorgio CELLA – Silvio SPOTORNO In caso di pioggia l’escursione non verrà effettuata. 

Percorso


Itinerario a piedi: 

km. 7 per il tratto Cavassolo-Molassana (difficoltà escursionistica T) 

km. 6 per l’Anello del Geirato (difficoltà escursionistica E) Difficoltà: E
ORE DI CAMMINO TOTALI:

5 (soste escluse). Possibilità di percorrere soltanto il tratto Cavassolo-Molassana (ore 2.30)

Equipaggiamento consigliato

Pranzo al sacco
Escursionistico invernale leggero. Scarponcini da trekking.

Responsabili (R.d.L.)

Giorgio Cella

Silvio Spotorno

CENNI STORICI

L’esigenza di provvedere a un adeguato approvvigionamento idrico della città di Genova fu avvertita sin dall’epoca romana. Infatti, il più antico acquedotto di cui si ha notizia è quello romano, risalente al 200 a.C., del quale ormai rimangono visibili scarse testimonianze. L’originario impianto romano venne abbandonato nell’XI secolo e sostituito con un nuovo tracciato posto ad una quota più elevata. L’acquedotto medievale fu costruito con una pendenza costante del due per mille e, nel corso dei secoli, venne man mano prolungato verso monte, in modo da poter captare una sempre maggiore quantità di acqua, necessaria per far fronte agli accresciuti bisogni cittadini. Dalla Presa di Bargagli al Porto Antico, dove giungeva per il rifornimento delle navi, l’acquedotto si sviluppa in val Bisagno per ben 22 chilometri. Lungo il tracciato sono tuttora visibili parecchi manufatti, quali opere di presa, filtri, ponti-canale, gallerie, mulini, lavatoi, molti dei quali in buono stato di conservazione. Esistono inoltre due imponenti ponti-sifone, entrati in funzione, il primo nel 1777 ed il secondo nel 1840, per abbreviare il percorso originario, soggetto a movimenti franosi e quindi richiedente manutenzioni frequenti e costose. La loro realizzazione ha richiesto il superamento di problemi tecnici assai rilevanti per l’epoca. Il ponte sifone di Molassana, sulla valle del torrente Geirato, ha infatti consentito di abbandonare 7 chilometri del percorso originario. È dotato di ben 22 arcate ed ha una lunghezza di 600 metri. Quello sul Veilino, sovrastante il cimitero di Staglieno, ha abbreviato il percorso di 3400 metri. È lungo m. 450, su 18 archi a tutto sesto. Il tracciato dell’acquedotto era suddiviso in “custodie”, delimitate da cippi in marmo numerati. Ogni singola custodia era affidata ad un custode, che doveva provvedere alla manutenzione del tratto a lui assegnato e soprattutto alla sorveglianza, denunciando eventuali abusi e furti di acqua. L’acquedotto storico è rimasto in funzione fino al 1951, ma già dal 1917 le sue acque furono classificate come “non potabili”, anche se negli anni successivi continuarono ad alimentare numerose fontane e lavatoi. In epoca moderna, a partire dal XIX secolo, anche per sopperire alla crescita del fabbisogno idrico legata soprattutto allo sviluppo industriale della città, sorsero i tre grandi acquedotti genovesi: Nicolay (1853), De Ferrari Galliera (1880) e Amga (1935). Oggi, unificate le reti, la loro gestione è affidata all’IREN.

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